Oggi voglio parlare di un titolo che, sentendo un po’ in giro, in tanti hanno nel loro portafoglio ma che praticamente tutti (o quasi) si ritrovano al momento in minusvalenza: NEXI.
Nexi S.p.A. è un’azienda italiana che offre servizi e infrastrutture per il pagamento digitale per banche, aziende, istituzioni e pubblica amministrazione.
Nexi gestisce, in diverse modalità, circa 41,3 milioni di carte di pagamento e 2,7 miliardi di transazioni ogni anno e conta su circa 890.000 punti vendita convenzionati, 1,4 milioni di terminali POS, 446 miliardi di euro transati (dato 2018), 13.500 ATM su tutto il territorio nazionale e 420 mila imprese che utilizzano i servizi Corporate Banking Intebancario.
Dal 16 aprile 2019 è quotata alla Borsa Italiana dove è presente nell’indice FTSE MIB.
E proprio da qui voglio partire, dalla quotazione in borsa del titolo che chiuse la sua prima giornata di contrattazioni quel 16 aprile 2019 ad un prezzo di 8,44 euro.
Nei mesi successivi Nexi iniziò una scalata inarrestabile che ha portato il suo valore a toccare i 16,915 euro prima di iniziare una ripida discesa a causa dell’esplosione della pandemia da Covid-19 la quale riportò il valore del titolo attorno ai 9 euro, in pratica quasi lo stesso prezzo di quotazione iniziale.
Dal 20/03/20 però tutto ricambiò nuovamente e Nexi riprese a salire inesorabilmente fino a raggiungere il 07/07/21 il suo massimo storico a 19,405 euro…e poi? BUIO TOTALE.
Senza un reale motivo il titolo ha iniziato una discesa verticale che lo ha portato a toccare un minimo a 5,606 euro lo scorso 4 ottobre.
C’è chi da la colpa al corposo debito societario, chi alle fusioni volute da Cdp (Cassa depositi e prestiti), chi all’aumento dei tassi d’interesse, insomma chi più ne ha più ne metta. Una cosa però è certa: Nexi è e rimane un’azienda leader in Europa nel settore dei pagamenti elettronici, non dimentichiamolo mai.
Sarà capitato anche a te di andare al supermercato o in una qualsiasi altra attività commerciale, recarti in cassa per pagare il tuo acquisto e inserire (o sempre più spesso poggiare) la tua carta di pagamento nel POS. Bè forse non ci hai fatto caso e sicuramente presterai più attenzione da oggi in avanti, ma la quasi totalità degli aggeggi che ti vengono avvicinati dalla persona di fronte a te in quel negozio quando devi pagare, riporta il marchio NEXI sul display luminoso.
Adesso però cosa sta accadendo? Accade semplicemente quello che succede in questi casi e cioè che, a quanto trapelato in questa settimana, il fondo canadese Brookfield pare stia valutando un’offerta sulla società dato il suo valore ad oggi a dir poco allettante. E come se non bastasse pare che altri tre-quattro fondi starebbero valutando un’offerta per il gruppo dei pagamenti.
D’altra parte, l’azionariato frammentato e il divario fra i buoni risultati economici e l’andamento deludente di Borsa fanno di Nexi la preda ideale per i fondi specializzati nell’acquisto di aziende quotate. Ed è quindi diffusa sul mercato la convinzione che prima o poi per Nexi si farà avanti un pretendente o, più probabilmente, un gruppo di pretendenti, alla luce delle dimensioni dell’operazione che, fra capitalizzazione di Borsa e debito, si aggira intorno ai 15 miliardi.
Grazie a queste notizie trapelate in settimana, il titolo ha subito un forte scossone al rialzo che solo negli ultimi 3 giorni lo ha portato a registrare un rotondissimo +15%.
Sarà questa la scossa in grado di riportare il titolo Nexi alla quotazione che gli spetta di diritto? Non possediamo la sfera di cristallo per affermare questo con assoluta certezza, ma sicuramente qualcosa come si dice in questi casi “bolle in pentola. STAY TUNED!
Cordialmente,
Dario